
SALERNO, APERTA INCHIESTA SULL’OSPEDALE RUGGI D’ARAGONA.
A distanza di una settimana dal primo servizio giovedì 2 novembre la trasmissione “Piazza Pulita” di La7 è tornata sulla vicenda shock legata all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e lo ha fatto con un nuovo servizio.
Immagini forti che rievocano scenari del passato dei vecchi ospedali psichiatrici, questa volta oltre ai video sono state riportate anche le testimonianze di diversi familiari di persone che hanno vissuto quell’inferno.
Uno di questi testimoni ha raccontato della sua impossibilità ad andare al bagno: «Mi diceva: “mi hanno messo il pannolone perché non ci sono i bagni. Ma io non sono capace di farmi sotto”» e ancora : «Una dottoressa avrebbe risposto: “Non possiamo badare a tutti quanti, li teniamo qui per le visite e poi vengono spostati ai reparti”». Un altro familiare, poi, ha ricordato le condizioni del padre in cui è stato dimesso: dimagrito di una decina di kg., pieno d’escrementi, con numerose piaghe da decubito sul corpo e psicologicamente provato dall’assistenza sanitaria ricevuta.
Se da un lato emerge un assordante silenzio istituzionale, dall’altro la procura di Salerno apre un fascicolo sul pronoto soccorso del nosocomio Salernitano. Se da un lato sia il direttore generale dell’Azienda Universitaria, Vincenzo D’Amato che il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non hanno fatto parola di quanto accaduto, i carabinieri del Nas, nella giornata di ieri mattina, sono stati negli studi televisivi di La7 per acquisire tutti i video girati all’interno dell’ospedale, acquisendo non solo i video messi in onda, ma tutto il girato in loro possesso. I militari hanno altresì richiesto di sapere la data effettiva in cui sono stati registrati i video e la fonte ufficiale dell’informazione, si lavora serratamente per approfondire e verificare la veridicità di quanto emerso dai video, ma soprattutto si cerca di contestualizzare i fatti narrati rispetto alla situazione reale.
Da fonti aziendali, i video risalirebbero al periodo che va da fine 2022 a inizio 2023, in ogni caso allo stato attuale la situazione è pressoché invariata, è altresì importante sottolineare che alcune dinamiche di mala sanità non appartengono solo al nosocomio Salernitano, così come è importante evidenziare che ci sono numerose eccellenze campane che assistono i pazienti con cura, professionalità e umanità.
Le forti immagini, che ritraggono i pazienti legati alle barelle o quelle in cui una serie di barelle con sopra i degenti sono lasciati nei corridoi dove, a detta dell’operatore denunciante, pazienti fragili, infetti da Covid e con patologie invalidanti, si troverebbero a convivere nelle stesse aree hanno scosso un po’ tutta l’opinione pubblica. Non è più accettabile vedere che delle barelle di soccorso si trasformano in letti per la degenza per intere settimane, non è più ammissibile vedere schiere di pazienti parcheggiati senza ricevere le giuste cure, senza la possibilità di ricovero, questo non è più tollerabile ma soprattutto non rientra nel servizio sanitario pubblico.
Quello che indigna di più in questa vicenda sono le costrizioni subite dai pazienti in barella, secondo fonti sanitarie, quanto messo in atto dagli operatori del pronto soccorso rientrerebbe in una prassi «autorizzata» dalle famiglie dei malati per evitare che il paziente possa auto-lesionarsi.
A “gettare” ulteriori ombre sulla questione ci sono alcune morti sospette, di persone che ricoverate al pronto soccorso sono state dimesse e subito dopo sono decedute, per le quali la procura di Salerno ha già avviato delle indagini per far luce sull’accaduto. Come ad esempio la morte in barella in attesa di essere visitato di un sessantenne di Eboli, oppure la vicenda della giovane mamma di Angri che ha partorito un bimbo morto in circostanze ancora tutte da chiarire o ancora il caso dell’ex poliziotto di 68 anni morto al Ruggi per mancata diagnosi di infarto in corso. L’uomo, arrivato con un infarto alle 19.30 di sera dello scorso gennaio, è morto mentre gli veniva eseguita una tac alle prime luci del giorno. Per questa vicenda erano state indagate in prima battuta cinque persone: medici e paramedici che avevano avuto rapporti con il paziente le cui analisi non erano uscite buone, così come anche l’elettrocardiogramma
Come al solito anziché adoperarsi affinché queste assurdi episodi di malasanità non si ripetano, si è generata un’assurda caccia alla “fonte” di questi servizi; i primi a schierarsi dalla parte degli operatori del pronto soccorso sono i sindacati di categoria che hanno manifestato sin da subito il loro supporto ai lavoratori. Però, purtroppo il dato allarmante è che l’elenco dei fascicoli aperti per mala sanità è ancora troppo “ricco” di casi e ciò non assolutamente accettabile.
A intervenire sulla questione è il capogruppo di Forza Italia Roberto Celano che dichiara: ”È assordante, nella circostanza, il silenzio omertoso e servile del sindaco di Salerno (primo responsabile della salute dei propri cittadini) che ancora tace per non disturbare il dominus, unico colpevole dell’indecente sistema sanitario campano, colui che sta privando i cittadini della Regione del diritto alle cure», riferendosi al Governatore De Luca, Giuseppe Fauceglia, coordinatore cittadino di Forza Italia riferisce: «È tempo di cambiare registro e abbandonare le battute da cabaret, con le quali chi ha la responsabilità della sanità regionale intenderebbe affrontare la terribile situazione in cui versa l’ospedale salernitano, nel recente passato struttura di eccellenza in alcuni reparti».