
NICOLA GRATTERI È IL NUOVO PROCURATORE DELLA REPUBLICA DI NAPOLI.
Il capo dei pm di Catanzaro Nicola Gratteri è stato nominato, dal Consiglio Supremo della Magistratura, procuratore della repubblica di Napoli; Il posto di procuratore di Napoli era scoperto da quasi un anno e mezzo, da quando Giovanni Melillo lo aveva lasciato per assumere l’incarico di capo della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Con 19 voti favorevoli il pm Calabrese viene eletto al primo scrutinio, a votare per lui il vicepresidente del csm Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, i laici di centro destra, il laico Iv Ernesto Carbone, i Consiglieri di Magistratura Indipendente, l’Indipendente Andrea Mirenda e il giudice di Unicost, Antonino Laganà. Nulla da fare per i due sfidanti, il procuratore di Bologna Gimmi Amato e l’ex aggiunta di Napoli Rosa Volpe: 5 voti il primo, 8 la seconda.
La sua nomina però non è stata così scontata, già in passato lamentava l’ostracismo delle “correnti interne“ che non gli premettevano di “uscire “fuori dalla sua Calabria, le stesse correnti che nel maggio 2022 gli hanno negato la carica di Procuratore Nazionale Antimafia e Terrorismo. Questa volta però i detrattori non sono riusciti a contenere l’onda dei consensi.
Gratteri è stato preferito, rispetto agli altri candidati, per la profonda conoscenza ed esperienza nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale, che con centinaia di rogatorie lo ha portato a instaurare rapporti con le procure di tutto il mondo. Grazie alle sue capacità e alla sua spiccata professionalità è riuscito a catturare oltre 140 latitanti alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi d’Italia.
Un magistrato dalle origini umili che dalla vita non ha avuto nulla di regalato; Nicola Gratteri nasce il 22 luglio 1958 a Gerace (Reggio Calabria), nella Locride, terzo di cinque figli, dopo aver conseguito la maturità scientifica si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Catania. Si laurea in quattro anni e due anni dopo entra in magistratura. Ha trascorso gran parte della sua carriera professionale di PM in Calabria e vive sotto scorta dall’aprile del 1989 dopo che la sua prima indagine aveva provocato le dimissioni dell’assessore alla Forestazione e fatto cadere la Giunta regionale Calabrese. Da sostituto procuratore a Locri, negli anni ’90, si è occupato di scottanti inchieste sui legami tra ‘ndrangheta, politica, massoneria e sul traffico di droga e armi. Il primo magistrato capace di tenere testa allo strapotere della ‘ndrangheta ‘e dei loro rapporti criminali con i narcotrafficanti sudamericani, un magistrato in prima linea che non ha paura di esporsi al rischio e che, nel 1993, è sfuggito a tre attentati organizzati nel giro di tre settimane.
Il suo insediamento a Napoli è previsto per metà mese di ottobre, intanto, durante le audizioni al Csm, il procuratore ha fatto sapere che intende dare una ‘sterzata’ alla Procura di Napoli, chiedendo maggiore impegno da parte di tutti i sostituti, iniziando da una loro quotidiana presenza in ufficio.
Gratteri si racconta così: «Sono un agricoltore infiltrato in magistratura, innamorato del mio lavoro e, se non pensassi di riuscire a cambiare le cose, ne farei un altro». Uomo Pragmatico, diretto, uno che non le manda a dire, innamorato della sua terra di cui conosce bene ogni piccola sfaccettatura sociale e culturale. Come spesso racconta: «Ho fatto una scelta di vita, con sacrificio…Andavo a scuola con l’autostop, ho visto dei miei compagni di studi uccisi e anche questo mi spinse a fare il mio lavoro».
Un uomo innamorato della sua terra, che porta nel cuore come l’intero Sud di cui conosce bene la storia, anche quella non ufficiale. Tra i suoi principali sostenitori il giudice Laganà, che già prima dell’elezione ha ripreso una frase solita del Dott. Gratteri: “Ci sono loro ma ci siamo anche noi e il ‘noi’ per Gratteri – spiega Laganà – è lo Stato italiano, la magistratura, le forze dell’ordine. Dall’altra parte ci sono loro, tutto ciò che è illecito, ogni forma di criminalità, dalla più arcaica che troviamo nell’Aspromonte alla più sofisticate”, Gratteri “È il nemico pubblico numero uno perché loro sanno che dove passa Gratteri arriva una rivoluzione di legalità”.