9 APRILE – E’ IL 1969: BATTIPAGLIA TEATRO DI UNA PROTESTA CHE LASCIA A TERRA DUE MORTI
Il 9 aprile del 1969 Battipaglia è teatro di un durissimo scontro tra lavoratori e forze dell’ordine. La Società Agricola Industriale del Mezzogiorno decide di chiudere uno zuccherificio e un tabacchificio interrompendo il lavoro di migliaia di persone. In duemila tengono la città in ostaggio manifestando duramente anche contro le forze dell’ordine che rispondono con gli spari che raggiungono mortalmente Carmine Citro e Teresa Ricciardi. Nella relazione al Senato, il ministro degli interni, Franco Restivo, ricostruisce la vicenda: “Signor Presidente, onorevoli senatori, è mio dovere rispondere al Senato sui dolorosi avvenimenti che sono accaduti a Battipaglia il giorno 9, sulle cause che li hanno determinati e sui problemi di ordine pubblico che, anche in rapporto a tali fatti, si pongono all’attenzione del Governo, del Parlamento, del Paese. Alla Camera iniziai il mio intervento con una affermazione che sento di dover ripetere col più profondo sentimento: l’espressione del vivissimo cordoglio per le vittime e la costernazione ed il dolore per tutti coloro che sono stati oggetto di violenza. A questa espressione aggiungo quella di una grande amarezza, dato che ci troviamo di fronte a fatti che, nati da manifestazioni popolari, traggono la loro origine da un disagio sociale, da una situazione umana che il Governo avverte in tutto il suo significato. Dinanzi alla Camera dei deputati ho avuto modo di illustrare nei dettagli gli avvenimenti così come essi sono risultati dalle indagini sin qui svolte. In questa esposizione dinanzi al Senato desidero ribadire ulteriormente alcuni punti di quella drammatica giornata. Gli avvenimenti si sono svolti in quattro fasi. Ne indicherò in sintesi lo svolgimento. La prima ebbe inizio quando, verso le sette del mattino, gruppi di dimostranti tentarono di bloccare l’autostrada Napoli Reggio Calabria ed improvvisarono blocchi sul~ le strade che portano a Battipaglia. Alle ore nove avvenne l’episodio dell’urto tra dimostranti e forze dell’ordine presso la stazione ferroviaria. Contravvenendo ai limiti fissati nella autorizzazione ricevuta per il corteo, una folla calcolata sulle 1.500 per~ sane venne a contatto con un reparto e, prima che il funzionario di pubblica sicurezza avesse il tempo di procedere alle prescritte intimazioni, i dimostranti riuscirono a giungere nell’ambito ferroviario ed a ostruire la strada ferrata. La terza fase degli avvenimenti si verificò alle ore 13,30 circa. Fino a quell’ora si era tentato da parte delle forze di polizia d’invitare alla calma e di fare opera di persuasione mentre proseguiva il blocco della circolazione ferroviaria e viaria. Un’autocolonna proveniente da Napoli venne sotto~ posta alle porte di Bellizzi e quindi nello stesso abitato della frazione ad un fitto lancio di pietre e di altri oggetti contundenti riuscendo faticosamente a raggiungere l’ingresso di Battipaglia, dove, con l’aumentare del numero dei dimostranti, le violenze vennero via via accentuandosi. Dalla stazione si mosse allora una colonna di carabinieri e agenti di pubblica sicurezza e con il congiungimento dei due re~ parti fu possibile ripristinare la circolazione precedentemente interrotta sulla vicina autostrada. I disordini però non diminuivano. Circa 2.000 dimostranti affrontavano le forze del~ l’ordine dando fuoco con bottiglie incendia~ rie a tre automezzi della polizia e ad un pullman privato. Tutto il reparto, allo scopo di evitare ulteriori e più gravi conseguenze, si ritirava poco dopo verso la stazione dei carabinieri a Pontecagnano. La quarta fase della drammatica giornata ebbe inizio verso le ore 15, prima con lo scontro, nei pressi della stazione, dei dimostranti con un reparto che si era mosso da quella località, poi con i drammatici attacchi seguiti da incendi al municipio, alla pretura ed all’esattoria; infine con l’assedio al commissariato alla cui porta veniva appiccato fuoco con bidoni di benzina, di nafta e con bottiglie incendiarie. I tentativi di uscire dal commissariato delle forze dell’ordine non ebbero esito; le violenze dei dimostranti si moltiplicarono e assunsero forme estreme. Le forze di polizia erano scompaginate, Fu a questo punto e in queste circostanze, così come ho già avuto modo di dire, che da alcuni appartenenti alle forze dell’ordine furono sparati colpi di arma da fuoco che causarono dolorosamente le vittime tra la popolazione. Il doloroso bilancio vi è noto; mi è dove~ roso ripeterlo. Oltre alle due giovani vittime, sette sono i feriti da arma da fuoco tra i civili e 17 persone risultano ricoverate o medicate per altre cause nelle cliniche locali. I feriti o contusi tra le forze dell’ordine sono: 128 appartenenti alla pubblica sicurezza, dei quali 73 guaribili da 6 a 40 giorni, 32 fra i carabinieri di cui 29 guaribili dai sei ai quaranta giorni”. (foto Operaicontro)